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La tragedia di Ustica e la versione di Amato

La tragedia di Ustica e la versione di Amato

A distanza di 43 anni dalla tragedia del DC9 inabissatosi nel mare di Ustica con 81 morti (15 giugno 1980), Giuliano Amato, già ministro dell’Interno del Governo Prodi, presidente del Consiglio dei ministri e poi presidente della Corte Costituzionale, quindi non uno sprovveduto qualsiasi, decide a dire in una intervista a “la Repubblica” che la versione più probabile della tragedia è che l’aereo sia stato abbattuto da un missile di caccia francesi, che volavano in territorio italiano durante la messinscena di un’esercitazione Nato, per colpire il Mig sul quale doveva volare il premier libico Gheddafi, che non salì su quell’aereo perché sarebbe stato avvertito da Bettino Craxi. Amato dice di non ricordare chi gli disse della “soffiata” di Craxi a Gheddafi. Perché allora dirlo? Come si fa a non ricordare chi gli parlò di una questione così importante? Il missile sganciato contro il mig libico finì per colpire il DC9 dell’Itavia. Amato dice ancora: la Francia dovrebbe scusarsi con le famiglie delle vittime e verso la storia. Come si fa a dire ciò senza apportare alcuna prova?

A questo punto la domanda è: perché il “Dottor Sottile”, come lo denominarono alcuni giornali al tempo della presidenza del Consiglio, si sveglia dopo 43 anni e decide di dare questa versione, investendo anche nel complotto gli Stati Uniti? Se lo scopo era quello di creare tensioni tra l’Italia, la Francia e gli Usa, ha sbagliato la mira. La sua versione potrebbe anche corrispondere a verità, e allora parla, porta delle prove, non sparare nel mucchio!

Va detto, che nei decenni c’è stato un grande lavoro non solo dell’Autorità Giudiziaria, ma anche di una Commissione parlamentare, senza che si sia riusciti a dipanare il controverso mistero. Tutti complici? E il caso non è coperto da alcun segreto di Stato.

Se voci erano arrivate ad Amato, nulla pervenne all’ora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano? Vediamo quanto disse esattamente Napolitano il 27 giugno del 2010 per il trentennale della tragedia. “Le indagini svolte e i processi sin qui celebrati non hanno consentito di fare luce sulla dinamica del drammatico evento e di individuarne i responsabili”. E chiese: “il contributo di tutte le istituzioni a un maggior sforzo onde pervenire a una ricostruzione esauriente di quanto accaduto”.
Perché il Dottor Sottile al tempo non si fece avanti per offrire il suo contributo alla verità? Anche 13 anni fa aveva dimenticato il nome di chi gli parlò di Bettino Craxi? Per favore, non si mortifichi l’intelligenza degli italiani.