
GUERRA RUSSIA-UCRAINA, LE CARICHE DORATE E LA CECITÀ
di Carmelo Nicolosi De Luca
Come si torna indietro? È da più giorni che me lo chiedo, in particolare da quando la Federazione Russa ha annesso a sé quattro regioni dell’Ucraina e le possibilità di negoziato si sono ridotte praticamente a zero.
Non mi è piaciuto quanto detto, qualche mese fa, dalla presidente della Commissione europea, la tedesca Ursula von der Leyen: “Sosterremo l’Ucraina fino alla vittoria”. D’accordo sul sostegno all’Ucraina, una nazione sovrana aggredita, ma “fino alla vittoria” mi è apparso un azzardo madornale, controproducente, non in linea con una politica di pace.
La Russia governata da Putin si è dimostrata più debole di quanto nel mondo si credesse: male organizzata, male armata, con strateghi non di livello. Ed è proprio questa debolezza che mi spaventa. La Russia è una potenza nucleare, con più armamenti del genere degli Stati Uniti. E Putin non è tipo da fare marcia indietro. Non può farlo, senza perdere la faccia e dare una mano agli oppositori interni. E all’estero non esiterebbero a cantare vittoria e a sbeffeggiarlo. La soluzione per evitare un conflitto terribilmente allargato? Difficile trovarla ora. Forse ai primi giorni della guerra Russia-Ucraina trovare una finestra era possibile. E forse una mediazione sarebbe piaciuta anche a Putin, tanto che all’inizio, pur mostrando i muscoli, non ha sferrato un feroce attacco, e l’esercito ucraino non era tanto potente da potere fronteggiare con forza le forse russe.
Se i governanti europei (non parliamo degli americani nemici giurati della Russia) si fossero uniti e, come un solo uomo, recati al Cremlino, non limitandosi a sterili telefonate, lasciando una farsa di incontri mediatori alla Turchia di Orban, forse, dico forse, le cose potevano essere fermate prima dell’arrivo delle armi dagli Stati Uniti per miliardi e miliardi di dollari. Sì, anche l’Europa contribuisce con l’aiuto in armi, ma è ben poca cosa rispetto agli Usa.
Dicevo, che Putin non è tipo da perdere la faccia, si trova con le spalle al muro e si sa quanto una tigre ferita diventi pericolosa. A questo punto? Una “detronizzazione” del presidente russo? Una sua uccisione? Un suicidio, vero o falso? La concessione delle terre annesse, magari di una parte? O che? Ancora non ci si accorge che siamo più vicini di quanto si pensi a una nuova guerra mondiale e al disastro del Pianeta?
Sentivo oggi una dichiarazione Usa: “Se il Cremlino dovesse usare l’arma nucleare, la Russia scomparirebbe”. E gli Usa e l’Europa no? Putin non lancerebbe i suoi missili a lunga gittata armati di testate atomiche? Ma per favore!
Europa, lascia perdere i proclami inconcludenti e tenta di fermare l’orrore che può scatenarsi, guarda quella realtà, che molti dei tuoi governanti, avvolti nelle loro cariche dorate, non vedono. Prima che sia tardi.
“Se tu parli, parla per amore, se tu correggi, correggi per amore, se tu perdoni, perdona per amore. Sia in te la radice dell’amore e da questa radice non può derivare se non il bene.
Sant’Agostino
Un saluto e a domani.

